Cristina Zavalloni – voce
Andrea Rebaudengo – pianoforte
REPERTORIO:
Berio
Quattro canzoni popolari
I.Stravinsky
The owl and the pussycat
Berceuse du chat
Pribautki
Trois petites chansons (souvenir de mon enfance)
Lennon-Mc Cartney/Andriessen
Beatles Songs
D.Milhaud
Chants Populaires Ebraïques
Ravel
Vocalise-Etude en forme de Habanera
Chansons Grècques
E.Satie
La diva de l’empire
Je te veux
F.Poulenc
Hotel
L.Bernstein
La bonne cuisine
C.Ives
Serenity
Songs my mother taught me
The Housatonic at Stockbridge
G.Antheil
Five Songs
A.Schoenberg
Brettl-Lieder
H.Eisler
An den kleinen Radioapparat
Über der Selbstmord
Bettel-lied
Lied einer deutschen Mutter
De Falla
Siete canciones populares espanolas
X.Montsalvatge
Cinco canciones negras
F.Garcia Lorca
Anda, Jaleo
Los Cuatro Muleros
Las Tres Hojas
Nana de Sevilla
Los Pelegrinitos
Zorongo
El Café de Chinitas
Las Morillas de Jaen
Romance de Don Boyso
Girolamo Frescobaldi
Se l’aura spira
O mio cor
Così mi disprezzate
Mario Castelnuovo Tedesco
Shakespeare Sonnets
ZAVALLONI – REBAUDENGO DUO
“Si è conclusa la serie di concerti che Carnegie Hall ha dedicato in aprile a Luis Andriessen. Otto concerti in poco più di una settimana che hanno dato risonanza mondiale al settantenne autore olandese particolarmente amato negli Stati Uniti per le sue derivazioni jazzistiche e minimaliste.
Oltre a una selezione di composizioni, dagli anni Sessanta ad oggi, Andriessen ha portato a New York una famiglia di musicisti che, raccolti attorno a sé nel corso di tante peregrinazioni artistiche, costituiscono l’anima e il corpo del suo lavoro.
Fra questi Cristina Zavalloni, che si è esibita in un ruolo di primo piano in Commedia, l’opera multimediale al centro della rassegna, e in duo con il pianista Andrea Rebaudengo.
“Mi ci sono voluti quarant’anni per trovare una cantante versatile, appassionata e musicale come Cathy Berberian” ha detto di lei il compositore.
Sull’eclettismo era improntato il programma che la coppia ha scelto per il debutto a Carnegie Hall. Una qualità che, distillata in un’ora di esibizione attraverso brani di Berio, Cage, Stravinsky, Offenbach e Gismonti, si è dimostrata lo strumento con il quale i due artisti si sono fatti, in anni di lavoro, espressione di una delle istanze più aggiornate della musica del nostro tempo. Perfino Tenco, terreno scivoloso per troppi interpreti colti, è riuscito convincente nel tempio della musica classica, complice la distanza con il quale si lasciava gustare oltreoceano il bel suono della lingua italiana. L’ironia, tarata dall’esperienza, è stato l’altro ingrediente importante del concerto, che ha permesso a Rebaudengo di avventurarsi con disinvoltura in due composizioni postmoderne del cinese Gao Ping.”
Alessandro Roveri su Giornaledellamusica.it